A soli due giorni di distanza dal post dedicato all'analisi di Me! Me! Me!, torniamo a parlare del Japan Animator Expo, la serie di trenta cortometraggi d'animazione pubblicati su piattaforma iOS/Android e sul web, prodotta dalla media company Dwango e da Studio Khara. Questa settimana è la volta di Carnage, una classica storia di vendetta western perpretata da una silenziosa e monca ragazza.
Prima d'iniziare vi consiglio di andare sulla pagina ufficiale del Japan Animator Expo. Non solo potrete vedere il corto stesso
Cliccate qui per la visione
L'avete visto? Ottimo. Allora da dove vogliamo iniziare a parlare di questa... cosa?
Iniziamo dal corto stesso. Io trovo sia molto scorretto presentare come "cortometraggio" quello che in realtà è palesemente un concept trailer, o pitch trailer se volete, che dovrebbe girare soltanto nell'ambiente dei produttori (o forse nemmeno in quelli, di solito quando si cercano investitori si realizzano dei trailer che mostrano la summa in termini di animazione e contenuti che il progetto ha da offrire, come l'impressionante trailer di The 2 Queens). Si tratta per Akira Honma (direttore delle animazioni di quel capolavoro IGNORATO di Dennou Coil e assistente alla direzione delle animazioni di Una Lettera per Momo, il secondo visibile gratuitamente e legalmente su VVVID in italiano) di un lavoro molto al di sotto delle sue possibilità. Il reale pomo della discordia è però altro. Si tratta della sceneggiatura di Hayato Tanaka, che dentro la Gainax e poi nello Studio Khara si è occupato del Production Advancement di Corpse Princess, Shikabane Hime e, tra le altre cose, di Evangelion 3.0 (visto il risultato finale, con tutta la storia di metà film buttato nel cestino e rincominciato dal principio, ha fatto davvero un pessimo lavoro). Quello che viene da chiedersi è: stanno davvero promuovendo nuovi talenti per l'animazione con raziocinio, oppure stanno semplicemente buttando dentro chiunque abbia lavorato per Studio Khara / Gainax? Perchè se un direttore di produzione può fare lo sceneggiatore senza alcun lavoro precedente ufficialmente accreditato, il cortometraggio della prossima settimana sarà diretto dal Cleaning Studio Manager, cioè l'addetto delle pulizie dello Studio Khara? Almeno il concept e la sceneggiatura The Dragon Dentist l'aveva scritta un vero scrittore.
Cosa diciamo della storia?
Un altro punto dove non funziona il tutto è nell'Art Direction e sul Composing. La volontà di dare un aspetto di "incartapecorito" e sporco al tutto non ha pienamente funzionato. Gli sfondi sono abbozzati nel senso brutto del termine,restituiscono solo una spiacevole sensazione di non finito. A mio avviso dovevano essere accennati, più sfumati. Inoltre le texture sovraimpresse e l'effetto vecchia pellicola sono DAVVERO troppo invasive. Anche qui qualcosa di più "suggerito", più lieve, avrebbe permesso di armonizzare il tutto e restituito una atmosfera ancora più malinconica.
Il Character Design della protagonista si salva, anche se paradossalmente si trova sul baratro dell'anonimato (ammettiamolo, l'unico vero centro del design della protagonista è la sua ostentata disabilità). Il resto dei personaggi, tranne i tre vecchi e una bambina che più tirata via di così non si può.
L'unico, vero, punto a forza di questo cortometraggio, trailer, concept trailer, pitch trailer o che diavolo sia realmente è quello di dimostrare che Moe Usami, Takuya Saito e Akira Honma stesso (sono i tre animatori chiave che hanno materialmente fatto le animazioni, Moe e Takuya poi hanno una grossa esperienza in animazione, avendo ricoperto til ruolo di animatori chiave nelle serie tv di Ghost in the Shell) sanno fare il loro lavoro. Mi spiego, qui non troverete animazioni spacca mascella, anzi a malapena ci si muove, ma quei pochi movimenti sono:
- ESTREMAMENTE precisi.
- Hanno un timing assolutamente PERFETTO.
- Non sono movimenti stereotipati o copiati da altri anime. Insomma, lo studio dietro c'è stato.
Può sembrare una cosa banale, ma non lo è, ed è su queste cose che si nota la bravura di un animatore e la cura generale dell'animazione di un prodotto. Fateci caso. Spesso in animazione si tende ad animare le cose in modi CODIFICATI. Innanzitutto perché se qualcuno ha capito "come farlo" si può riprodurre, ma sopratutto fa risparmiare tempo. Come conseguenza però genera un linguaggio che alla fine diviene un cliché (cosa importantissima se si punta a elevare un Soft Power, come ha fatto l'America e come vuole fare il Giappone, per imporre un'egemonia culturale).
La naturale e successiva considerazione al precedente discorso è pero questa. Ok, può anche essere un concept. Se invece fosse poco più di uno Show Reel? Questo è un problema che assale qualsiasi prodotto che veda un tecnico al timone di navigazione. Volete sapere la vera differenza tra Hayao Miyazaki e Isao Takahata? Che il primo lavora in addizione essendo di base un animatore. L'altro lavora in sottrazione essendo di base un VERO regista. Lo dico in modo ancora più brutale? Takahata ci mette un solo minuto e una manciata di frame per distruggere l'animo dello spettatore con Una Tomba per le Lucciole.
Alla fine della visione quello che è assale è soltanto un enorme senso di "E quindi? Tutto qui?". Esattamente come qualcosa che è "in potenziale" non va da nessuna parte. Forse con un budget adeguato per produrre un vero e proprio trailer attira investitori e con un vero sceneggiatore alle spalle, potrebbe anche diventare qualcosa di interessante.
In sostanza, questo Carnage è INUTILE, ma per fortuna non cade vittima della sua stessa tecnica come fa Hill Climb Girl.
L'attuale, e personale, classifica di gradimento per il progetto Japan Animator Expo è la seguente:
1) Me! Me! Me! -> Analisi
2) The Dragon Dentist -> Analisi
3) Carnage -> Analisi
4) Hill Climb Girl -> Analisi
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